Ancora un altro suicidio fra le fila della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, il 56° fra gli appartenenti a questo comparto, dall'inizio del 2019, sempre nel totale silenzio dei media. Una strage inesaudita che pare interessi a pochi, un grido di aiuto fino ad ora rimasto inascoltato. I nostri politici riescono ad inventare una commissione parlamentare per ogni dilemma, ma non riescono ad affrontare il problema che affligge questa società , quella rappresentata dagli uomini e le donne in divisa. I demagoghi e gli analisti del momento hanno sempre ricondotto questo profondo malessere a problemi di natura familiare od economici, dimostrando di non conoscere la realtà di cui parlano. Alcune testate giornalistiche, L'Espresso prima, con un articolo del 30 giugno 2019, intitolato:”Il buio sotto la divisa: quell'escalation di suicidi che lo Stato non guarda”, ed il fattoquotidiano poi, con un articolo del 2 Novembre 2019 intitolato:” Suicidi fra i militari, i numeri crescono ma nessuno si interroga sulle cause”, hanno sollevato il problema, sebbene vengano uniti da una sola considerazione, l’inesistenza dello Stato innanzi a siffatti drammi. Sebbene il secondo articolo rilevi punti impliciti ed attinenti, il primo articolo pare invece lontano dalle problematiche reali insite nelle amministrazioni di cui si parla, poiché l’articolo affronta il problema superficialmente, su immoderate e generiche considerazioni , che pongono in primo piano, come si è sempre fatto fino ad oggi (mai di più errato) problemi afferenti la sfera privata e familiare, trovando una soluzione nel reiterato supporto psicologico. Si vorrebbe forse affermare che i problemi familiari ed economici siano prevalenti nelle famiglie degli appartenenti alle forze armate e delle forze di polizia? Nulla di più assurdo. Forse esse potranno effettivamente esistere, ma sono quasi sempre il riflesso delle condizioni ambientali vissute nell’ambito lavorativo. Ciò che ci lascia basiti è che tali affermazioni provengano da un appartenente alle forze Armate, che meglio avrebbe dovuto capire le reali esigenze dei propri colleghi e intuire, se non respirare, le problematiche esistenti all’interno delle medesime Istituzioni. Il segretario generale del SIM, Sindacato Italiano Militari, spiega che il 99 per cento dei casi è riconducibile a problemi esterni al luogo di lavoro, e che l’Arma e le altre forze lavorano col Ministero della Difesa sull’impatto “stress correlato”:fattori esterni, come pendolarismo o orari prolungati, burnout, che ognuno porta e vive dentro la propria attività lavorativa. Aggiunge: problemi privati , familiari ed economici, che sommati allo stress correlato, possono innescare una bomba (Ndr). Sembrerebbe quasi una difesa d’ufficio dell’Amministrazione d’appartenenza, senza alcun reale approfondimento dei casi. Orbene, seppur plausibile come analisi, pare poco consistente e non pregnante delle reali problematiche vissute dagli appartenenti alle forze di polizia, perché se tali analisi fossero accettabili, si potrebbe pensare che chiunque ( ed oggi in Italia non manca la scelta ) avesse problemi economici o facesse il pendolare con orari prolungati, sarebbe esposto a possibili azioni suicide. Si potrebbe argomentare ampollosamente in maniera antitetica alla tesi esplicitata, pensando a quelli che potrebbero essere i reali problemi riguardanti gli appartenenti alle forze di Polizia. Pensiamo ad esempio la compressione dei diritti ed ai trattamenti spesso iniqui e non meritori. Si potrebbero stilare lunghi elenchi sulle problematiche esistenti, da porre in capo alle Amministrazioni in questione, ma pare strano che queste domande non nascano spontaneamente da chi ancora indossa una divisa e dovrebbe rappresentare, con le relative sigle sindacali di categoria, la tutela dei diritti degli uomini e le donne in divisa..
Ci verrebbe da chiedere se si è a corto di argomenti?
Ci auspichiamo che qualcosa cambi, ma soprattutto, è necessario che a dirigere queste Amministrazioni dello Stato vi siano persone più sensibili ai reali problemi dei propri uomini, che non burocrati distanti anni luce dalla realtà dei fatti.
G.L.
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