martedì 2 settembre 2014

MARINAI ITALIANI TRATTENUTI IN INDIA - UNA STORIA SENZA FINE CHE METTE IN DISCUSSIONE LA SOVRANITA' ITALIANA.

WWW.ADODS.ORG

Picture




I Marò Italiani sono tenuti in scacco dal nostro governo, assente e privo di ogni qualsivoglia iniziativa. Non ci si rende conto che le possibilità di una condanna che possa prevedere anche la Fucilazione, non è da sottovalutare, tanto meno da prendere con leggerezza, come è stata affrontata con leggerezza , da parte delle nostre Istituzioni governative, tutta la vicenda dei due militari. Si potrebbero rimarcare alcuni elementi, ai quali prestare attenzione:
1)  i Paesi nostri tradizionali alleati nella vicenda non hanno dato un grande aiuto all'Italia, perchè in effetti la barca parrebbe essere stata effettivamente di pescatori? secondo indagini formali e informali, a nostro avviso, a questo punto non completamente affidabili, si presume che un errore sia stato fatto, e poi perché la nave si trovava in una zona da sempre considerata (sebbene non nazionale) sotto sorveglianza indiana;
2) in base ai dati in possesso delle autorità internazionali marittime, le quali, hanno taciuto al riguardo: se ci fossero stati margini per sostenere le ragioni dell'Italia lo avrebbero fatto? Che si arrivi alla sentenza capitale è stato escluso dalle autorità indiane, ma le stesse autorità Indiane hanno nuovamente fatto esplicita menzione all'applicazione delle legge antiterrorismo, che prevede anche la pena capitale.
3) Le autorità indiane stanno aspettando che il polverone passi, e , nella loro mentalità, possono occorrere anche diversi anni, pur di dimostrare di non essersi piegate all' Occidente (l'Italia così viene equiparata in quei paesi orientali).
4)  La diplomazia ha i suoi codici non scritti, e i due paesi stanno cercando una via d'uscita che non faccia fare brutte figure a nessuna delle due nazioni (dato che hanno torto entrambe...)
Ma si può essere diplomatici in una situazione del genere,  sulla pelle di due nostri militari?

Seppur siano da tenere in considerazione le anzidette riflessioni, crediamo sia di rilevante interesse l'analisi fatta dall'ingegner Luigi Di Stefano, riportata da Gianni Fraschetti nel sito    www.rivistamilitare.it, che si allega nella parte sottostante. (mar.pdf)

Ma la vicenda non riguarda più il reale sviluppo degli eventi in quel frangente, ma riguarda la perdita di sovranità dello Stato Italiano agli occhi delle altre Nazioni, uno Stato che ha perso voce in capitolo per quanto riguarda gli interventi da porre in essere . La perdita di sovranità d'altronde era insita nello stesso invio di personale militare a bordo di navi mercantili (in questo l'Italia è stata unica nel mondo, dato che i principali alleati hanno imbarcato nelle navi mercantili i tanto detestati "contractors", che hanno l'enorme vantaggio, pur essendo in evidente contatto con i rispettivi Paesi di appartenenza, di non coinvolgerne la sovranità). I due marò hanno facoltà e diritto di considerare la fuga come unica soluzione plausibile in una vicenda così assurda, ove quasi nessuno ha veramente dato un segnale tangibile per la risoluzione del problema. Lo stato Italiano ha pensato di risarcire le vittime, senza neanche considerare che probabilmente le vittime erano realmente pirati del mare. Chi credono possano essere i pirati che attaccano le navi, Società per Azioni? O persone, magari pescatori, che credono sia più redditizio vivere con la pirateria?! Così facendo il nostro Governo ha dimostrato un segno di debolezza che non poteva essere letto come una volontà di risarcire le vittime, ma appariva, in quel contesto, ove gli interessi Internazionali e affaristici riguardanti la possibile corruzione di alcuni funzionari Indiani , da parte di aziende Italiane, come un'ulteriore intenzione di rabbonire la vicenda . Ci sarà un risveglio delle coscienze in un ritrovato orgoglio nazionale? I nostri governanti hanno sempre affrontato con leggerezza le problematiche interne ed esterne, e non si rendono conto che è un sistema che sta per implodere, o forse, esplodere.

Nessun commento:

Posta un commento