(Cassazione 17693/2008)
I vertici del
Ministero della Difesa non saranno coinvolti in nessun processo per la morte
dovuta a tumore dei militari italiani impegnati nelle missioni all’estero
durante le quali sarebbero entrati in contatto con l’uranio impoverito. Lo ha
stabilito la Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione confermando
l’archiviazione della denuncia dei familiari di un militare impegnato nella
missione in Bosnia e deceduto, al rientro in Italia, a causa di un tumore,
disposta dal Gip preso il Tribunale di Cagliari. Il Gip aveva infatti archiviato
il procedimento per omicidio colposo promosso nei confronti di ignoti a seguito
della denuncia presentata dai familiari del soldato deceduto, escludendo che,
allo stato delle attuali conoscenze scientifiche, vi fossero gli estremi per
sostenere la responsabilità per “condotta colposa omissiva impropria” dei
rappresentanti dei vertici dell’Amministrazione Militare e del Ministero della
Difesa. I familiari del militare avevano proposto ricorso in Cassazione contro
il provvedimento del Gip sostenendo che l’archiviazione fosse un provvedimento
illegittimo in quanto avente un contenuto assolutorio, che esulava dai poteri
del Gip. La Suprema Corte, dichiarando inammissibili i ricorsi, ha invece
ritenuto corretto il provvedimento del Gip, il quale “non ha fatto altro che
prendere atto, innanzitutto, della impossibilità di accertare la sussistenza
dell'elemento oggettivo del reato ipotizzato dai denuncianti, sulla base delle
attività investigative, per altro approfondite ed agevolate dalla collaborazione
dell'amministrazione militare, e confortate dai risultati delle analisi sui
reperti biologici”; il Gip aveva infatti ritenuto che le incertezze emerse sia
sul piano fattuale che sotto il profilo epidemiologico, in ordine alla
possibilità di individuare un nesso causale prevalente ed esclusivo fra la
contaminazione da uranio impoverito ed il decesso del militare impedissero in
radice di sostenere che la condotta colposa omissiva impropria dei
rappresentanti di vertice dell'Amministrazione Militare e del Ministero della
Difesa abbia potuto avere un'efficacia condizionante nella produzione
dell'evento. In ogni caso, le indagini per la morte dei militari italiani venuti
a contatto con l’uranio impoverito possono essere riaperte in qualsiasi momento
su richiesta del Pubblico Ministero sollecitato anche dai familiari delle
vittime. La questione dunque è ancora aperta.(13 giugno
2008)
http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=84503&idCat=99
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