lunedì 14 maggio 2012

UNO STATO DI DIRITTO PER I CITTADINI


 
La Costituzione Repubblicana promulgata nel 1947 poneva le fondamenta per uno Stato libero, che asservisse le condizioni di una vita civile garante dei diritti e doveri del popolo Italiano.
L’ispirazione dell’assemblea costituente ebbe a determinare le linee guida fondanti lo stato di diritto entro le quali i legislatori si sarebbero potuti muovere per l’emanazione delle leggi che sarebbero susseguite.
Nelle aule di giustizia dei Tribunali Italiani, ispirandosi all’art. 3 della Costituzione “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali,venne apposta la seguente scritta:” La legge è uguale per tutti”. Quella scritta oggi non avrebbe senso d’esistere e potrebbe sparire senza che nessuno possa accorgersene . La percezione, se non la convinzione, è che quelle parole non siano più pregnanti del valore attribuitogli, o che forse non lo siano mai state. Testimoni silenti sono i morti delle tragedie Italiane ancora irrisolte. http://www.misteriditalia.com/
Quanti, oggi, si sentono tutelati dai principi fondanti della Costituzione? Quanti ritengono che la pubblica amministrazione , i sindacati , la classe politica e la salute delle persone, siano a garanzia e per il cittadino?

Ippocrate, medico greco che giurò fedeltà al Dio della medicina “Apollo”, dal quale giuramento oggi i medici, consapevoli dell'importanza e della solennità dell'atto che compiono e dell'impegno che assumono innanzi a tale giuramento dichiarano la propria fedeltà, si starà rigirando nella tomba.
  
L’art. 50 della Costituzione recita :” Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”. Comuni necessità!? Quali? Quelle dei potenti? Le nostre? Non si sa, o meglio si sa ma è come se non si sapesse.

I vassalli, persa la genuinità e la forza delle origini, sudditanti e sconfitti nell’orgoglio, cercano invano di chiedere udienza al Re (politici), affinché possa  restituire loro, fierezza e rispetto della loro posizione, sciogliendoli così dal giuramento “ immixtio manu”. La richiesta venne tacciata e punita per “lesa maestà”.Geronimo

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