La S.C. di Cassazione,con
la sentenza n. 685 del 13 gennaio 2011, ribalta l'orientamento
giurisprudenziale e decide che il “Mobbing” non è più configurabile come reato
poiché alcuna norma contempla la fattispecie in esame. Il legislatore non ha
ancora colmato il vuoto legislativo nonostante una delibera del Consiglio
d'Europa del 2000, che vincolava tutti gliStati membri a dotarsi di una
normativa corrispondente. In pratica,il vuoto normativo stoppa ogni possibile
procedimento. E' "certamente percorribile, invece, la strada del procedimento
civile, costituendo il mobbing "titolo per il risarcimento del danno
eventualmente patito dal lavoratore in conseguenza di condotte e atteggiamenti persecutori
del datore di lavoro o del preposto". Nella specifica sentenza i giudici
della Cassazione riconoscono l'esistenza del Mobbing e benché rinviano il tutto
ad un'azione risarcitoria in sede civile, ricordano che "il legittimo
esercizio del potere imprenditoriale deve trovare un limite invalicabile
nell'inviolabilità" del diritto "alla salute, del rispetto della
sicurezza, della libertà e della dignità umana nell'esplicazione
dell'iniziativa economica". Altrettanto"imprescindibile" -
conclude la Suprema Corte - è"l'esigenza di impedire comunque l'insorgenza
o l'aggravamento di situazioni patologiche pregiudizievoli per la salute del
lavoratore, assicurando allo stesso serenità e rispetto nella dinamica del
rapporto lavorativo, anche di fronte a situazioni che impongano l'eventuale
esercizio nei suoi confronti del potere direttivo o addirittura di quello
disciplinare".
Giova segnalare i pronunciamenti
giurisprudenziali della Corte
Costituzionale n. 133/2004 e
la Sentenza del Tribunale
di Pinerolo n. 119/2004.
A tal proposito, conla sentenzan.
12048 del 31 maggio 2011 (Pres.
Miani Canevari, Rel.Filabozzi), la Suprema Corte di Cassazione , Sez. Lavoro,
ha affrontato il delicato tema del mobbing verticale.
Meno recente, ma altrettanto
importante ritengo sia la sentenza della Cortedi
Cassazione Sezione Lavoro, dell' 8 maggio 2007, n. 10430,nella quale
viene stabilito che il “Mobbing” può essere provato anche attraverso le
registrazioni audio.
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