

DUE STORIE CON UNA STESSA MOTIVAZIONE
"NEGLIGENZA"
Il presidente dell'Anavaf (associazione che difende i
militari e i familiari delle vittime) ha divulgato la sentenza della S.C. la quale
ha riconosciuto il nesso di causalità fra l'insorgenza del Linfoma di Hodgkin e
l'esposizione all'uranio impoverito in relazione al servizio del militare
ricorrente svolto in Somalia . Il Ministero della Difesa è stato
condannato a pagare un risarcimento di 545.061 Euro. Il perito del tribunale ha
ritenuto destituite di fondamento le conclusioni dell'indagine scientifica
della commissione Mandelli, secondo cui non poteva essere accertato un nesso di
causalità fra la malattia e l'esposizione del militare all'uranio impoverito.
La procedura di ricerca della commissione Mandelli è stata ritenuta errata. Le
cautele da parte del Ministero della Difesa sono state ignorate nonostante
l'adozione da parte di altri contingenti di misure di prevenzione per la pericolosità
specifica di quel teatro di guerra, sotto il profilo eziopatogenetico. Secondo
i giudici, «al di là delle raccomandazioni che erano o dovevano essere note al
ministero, il fatto che ai militari americani fosse imposta l'adozione di
particolari protezioni, anche in mancanza di ulteriori conoscenze, doveva
allertare le autorità italiane». Viene quindi messo in evidenza un
atteggiamento non ispirato ai principi di cautela e responsabilità da parte del
Ministero della Difesa, che ha ignorato le informazioni in suo possesso circa
la presenza di uranio impoverito e le segnalazioni che pervenivano dai militari
Italiani impegnati in quel teatro. Il presidente Falco Accame, che parla di
sentenza storica , sottolinea l'incertezza delle vittime all'esposizione
all'uranio, che oscilla, a seconda delle rilevazioni, tra i 77 e i 160 morti, e
tra i 312 e i 2.500 malati.
La sufficienza con la quale si affrontano certe
situazioni è stata sempre un punto debole delle nostre amministrazioni, civili
e militari.
Cosi come anche per quanto riguarda le vittime di
Nassirya, ove la Cassazione ha riconosciuto il risarcimento alle famiglie dei
19 caduti, le quali hanno combattuto per l'accertamento della
verità. L'avv.
Fracesca Conte ha risaltato la sentenza come una vittoria morale, in un
clima di isolamento ove la stessa Procura militare ha rinunciato a ricorrere in
Cassazione insieme a loro contro le assoluzioni del generale dell'Esercito
Bruno Stano, condannato in primo grado dal gup del Tribunale militare di Roma a
due anni di reclusione per non avere adottato tutte le misure necessarie alla
difesa di base Maestrale e del generale dell'Esercito Vincenzo Lops.
La Corte militare d'appello aveva assolto i generali ed
aveva quindi escluso il risarcimento a favore dei familiari delle 19 vittime.
Nell’aula "Brancaccio", dove è stato letto il dispositivo, ha voluto
essere presente il Procuratore generale militare presso la Cassazione Antonino
Intelisano che ha esclamato: «Sono molto contento, nessuno più di me sa quanto
è stato difficile questo percorso» Difficile perché erano coinvolti
due generali e non due caporali!?
In entrambe i casi si è omesso di adottare le opportune
cautele affinché gli eventi (la contaminazione e l'attentato alla base) si
potessero verificare.
La mia riflessione è: “ perché chi è negligente ed
omette di adottare le dovute cautele non paga mai di persona”? Perché non
riusciamo mai ad individuare un responsabile!? Il risarcimento chi dovrà
pagarlo, lo Stato? Ma lo Stato, chi è?
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