giovedì 10 maggio 2012

CARABINIERI - SUICIDI NELL'ARMA



Leggo di tanto in tanto nei maggiori quotidiani nazionali  di indagini di “Mobbing” all’interno della pubblica amministrazione, così come anche si escute e si vede saltuariamente nella tv. I sindacati Nazionali affrontano il problema e la CISL riserva una spazio speciale a siffatta problematica. Ma ancora oggi nessuno affronta il problema all’interno delle strutture militari, quando si fronteggiano ipotesi in tal senso si crea subito un filtro antisonante che cerca di smorzare l’assurgente possibile riverbero. Un’associazione denominata “U.N.A.C.” Unione Nazionale Arma Carabinieri, denuncia con un proprio studio, il suicidio di 250 militari appartenenti all’arma dei Carabinieri, ivi compresi appartenenti ad altri corpi militari e di polizia. Come mai le cosiddette  e sedicenti rappresentanze sindacali militari non denunciano con forza tale problematica? La condizione politica intacca oramai tutto, anche le anzidette rappresentanze, che parlano oramai il burocratese. Non vale la pena  esporsi; perché affrontare problemi ostici che possono solo creare delle rogne a chi li affronta!? Tralasciamo la cosa e parliamo di argomenti più leggeri, sicuramente più confacenti ai rappresentanti “COBAR” COIR” COCER” che gestiscono orami le loro posizioni ed i problemi annessi con il fare di un pachiderma . Orbene, è  chiaro che innanzi a problematiche così gravose vi sia un latente silenzio, un silenzio imbarazzante che si percepisce,  sebbene invisibile,  astrattamente presente.
Ma si.. stiamo creando  un falso problema, ma che ci raccontiamo! sappiamo benissimo che l’Arma dei Carabinieri, o meglio molti dei suoi rappresentanti sono integerrimi, li vediamo benissimo come li rappresenta Manuela Arcuri nella fiction, perché pensare a cose che non vanno quando è così bello vedere un telefilm?
La Repubblica scrive su alcuni suicidi. Il 13 maggio 2000 parla del suicidio del fante Francesco Antuono che si suicida a Modena gettandosi sotto un treno; a Taranto nell’aprile del 2000 si suicida un allievo della scuola ufficiali della Marina; A Salerno del 2001 il suicidio di due carabinieri. A 24 ore dal suicidio di un collega un vice ispettore si suicida a Biella, nella caserma.                               Il bilancio reso noto da Falco Accade ex presidente della commissione Difesa della Camera è di 152 uomini dell’Arma dei carabinieri negli ultimi undici anni e dal 1978 ad oggi, 293 i suicidi tra le file della quarta forza armata. ''Ma particolare preoccupazione destano -afferma il Presidente dell'Associazione per le vittime delle Forze Armate- i dieci suicidi dei Carabinieri. L'ultimo e' quello accaduto presso Rifredi i primi di dicembre, dopo gli altri avvenuti a Saronno, Benevento, Messina, Trieste, Travagliato e Delebbio, presso Sondrio. Ancora oggi nelle Forze Armate -osserva ancora Accame-  non ci sono strutture adeguate che possano dare sostegno al personale che si trova in difficolta'. E' stato anche chiuso l'ufficio istituito a suo tempo dal Ministro Spadolini presso lo Stato Maggiore Difesa che doveva curarsi delle vittime in ambito militare''.
La strategia del silenzio funziona, per i dirigenti sono uomini con problemi familiari, le cause non possono trovarsi all’interno delle amministrazioni. E’ come quando un aereo cade, o un treno va a sbattere su un altro, è più semplice per tutti attribuire le responsabilità al pilota o ai conducenti. Si, è molto più semplice. Ormai loro sono morti quindi non possono pagare e tanto meno difendersi.
Eh si, meglio seguire la fiction, I CARABINIERI, io farò a meno di vederla, in effetti mi sono bastati cinque minuti per capire che era una gran cazzatta.
Geronimo

1 commento:

  1. E' noto che l'ITALIA è il Paese dei Misteri.
    L'Arma dei Carabinieri è la Storia d'Italia vanno di pari passo. E' NELLA CULTURA ITALIANA
    ''MENTIRE''.Nel 1988 in Maggio a Firenze si suicidò un Capitano di nome Roberto Zollo Comandante di una Compagnia di Allievi Sottufficiali del Corso Biennale. Il provvedimento preso da un suo ''parigrado'' fu' quello di inviare in ''neuropsichiatria'' allievi che non avevano a che fare con il fatto. Tacciandoli in modo indelebile come ''infermi di mente'' con tanto di imosizione di cure farmacologiche dannose. IL PROBLEMA LO TROVIAMO NEGLI ARRUOLAMENTI DOVE ''NON SI FANNO IN MODO REGOLARE I TEST MULTIFASICI DELLA PERSONALITA'' O MEGLIO SI CAMBIANO IN RELAZIOEN ''ALLA TELEFONATA''. DETTA ANCHE RACCOMANDAZIONE.

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